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Io amo la mia chiesa … "perché la frequento"


"IL TEMPO": sulle 168 ore che compongono una settimana quante ne dedichiamo alle riunioni della chiesa? Tre, quattro o forse anche meno.


Immaginatevi ora quale impatto spirituale può produrre nella vita del credente il poco tempo riservato agli incontri comunitari! Lascio a voi la risposta.


Per quanto qualcuno possa essere dotato di talento e capace di riservarsi ogni giorno del tempo da dedicare alla comunione personale con Dio, la sua presenza al culto comunitario è un modo molto più essenziale e significativo per crescere, confrontarsi con gli altri credenti e vivere una vita da “corpo” di Cristo e non da “membro” separato.


Il Signore Gesù promette la Sua presenza quando il Suo popolo si riunisce:


“Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel nome mio, io sono lì in mezzo a loro” (Matteo 18:20).


Riunirsi non è soltanto un privilegio, ma anche un comando che crea una solenne responsabilità.


“Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Ebrei 10:25).


L’adunanza fraterna è raccomandata e comandata per il nostro bene, ed uno degli scopi principali del riunirsi è l’edificazione reciproca.


È vero che la chiesa può essere edificata attraverso conversazioni informali, nella devozione personale o in piccoli gruppi di credenti che si radunano saltuariamente a livello familiare, ma il Nuovo Testamento sottolinea ripetutamente che la chiesa, cioè l’insieme dei credenti che costituiscono la comunità locale, è edificata quando “si riunisce”


Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un’interpretazione, si faccia ogni cosa per l’edificazione. (1 Corinzi 14:26)


Le immagini che la Scrittura usa per descrivere la chiesa evidenziano la necessità di essere e stare uniti, insieme.


La chiesa è il corpo di Cristo che riconosce le altre parti del corpo quando si riuniscono come un unico corpo ed esercitano la propria funzione l’una in funzione dell’altra.


Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. 15 Se il piede dicesse: « Siccome io non sono mano, non sono del corpo », non per questo non sarebbe del corpo. 16 Se l’orecchio dicesse: « Siccome io non sono occhio, non sono del corpo », non per questo non sarebbe del corpo. 17 Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 18 Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. 19 Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? 20 Ci son dunque molte membra, ma c’è un unico corpo; (1 Corinzi 12:14-20)


La chiesa, inoltre, è un tempio in cui tutte le pietre sono costruite insieme attraverso l’edificazione reciproca che avviene quando si riuniscono.


La chiesa è una famiglia in cui ci si nutre a vicenda con la Parola di Dio, si esorta vicendevolmente ed eleva insieme il proprio canto a Dio sotto l’impulso della grazia.


Il tempo trascorso in isolamento forzato a causa del Covid ha scatenato una vera e propria corsa ai Video: Zoom, Google Meet e altri svariati strumenti digitali sono venuti in soccorso alle chiese creando delle “comunità virtuali”.


I social, concepiti per unire, hanno di fatto creato un ulteriore isolamento generando un effetto boomerang e, di fatto, concedendo a non pochi credenti di continuare a vivere la chiesa via “You Tube”, seguendola attraverso la TV o altri device digitali: nulla di più distante dall’identità biblica di ciò che è Chiesa.


Stare comodi a casa, sul divano, senza muoversi, vestiti alla meglio è sicuramente più conveniente e comodo, .......... ma è biblico?


Certamente la pandemia ha fornito alcuni motivi legittimi per astenersi temporaneamente dalle riunioni, ma non dovrebbe mai costituire un precedente per stabilire una regola, perché la regola biblica è quella di adunarsi nel nome del Signore.


FRATELLI E RORELLE IN CRISTO RIUNITEVI!


Il Signore, nella Sua bontà, ci ha concesso la possibilità di riunirci di nuovo regolarmente per l’adorazione, l’edificazione e il servizio.


Ogni forma di isolamento è venuta meno perciò “non abbandoniamo la comunione fraterna” e usiamo gli strumenti di comunicazione digitali unicamente per quei fratelli o sorelle impossibilitati, a causa di malattia di età molto avanzata


Non siano, invece, un’occasione per farci dire: “Beh, anche se non ci vado, posso seguire il culto da remoto”.


Proprio questo è il problema: essere remoti. Distanti, separati e senza il calore spirituale della vicinanza fraterna.


Alla presenza del Signore facciamo corrispondere la nostra presenza!


Tratto da Adi Media

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